Dopo La verità sul caso Harry Quebert (2012), e Il libro dei Baltimore (2016), Joël Dicker torna a Mount Pleasant con il suo protagonista Marcus Goldman per Il caso Alaska Sanders (2022).
Alaska Sanders, una bellissima e giovane ragazza, aspirante modella e attrice, viene ritrovata assassinata sulle rive di un lago nell’aprile 1999, a Mount Pleasant, un pacifico paesino nel New Hampshire.
In breve tempo la polizia ottiene la confessione dei due colpevoli e il caso viene chiuso. Uno di loro, Walter Carrey, ex fidanzato di Alaska, si uccide con un colpo alla testa, dopo aver sparato al poliziotto che lo vigilava. L’altro colpevole, Eric Donovan, è imprigionato.
Ma undici anni dopo, una inquietante lettera anonima cambia le carte in tavola e il sergente Perry Gahalowood riapre il caso che riteneva di aver risolto tanto tempo prima.
Per arrivare a scoprire la verità sarà fondamentale l’aiuto del suo amico, lo scrittore Marcus Goldman, proprio come fu per il caso Harry Quebert.
“Se pensa di amare questa città, si inganna, scrittore. Lei ama i ricordi che ha qui, si chiama nostalgia. La nostalgia è la nostra capacità di persuaderci che il passato è stato felice, e che di conseguenza abbiamo fatto le scelte giuste. Ogni volta che rievochiamo un ricordo e ci diciamo “è stato bello”, in realtà è il nostro cervello malato che secerne nostalgia per convincerci che quello che abbiamo vissuto non è stato vano, che non abbiamo sprecato il nostro tempo. Perché sprecare il proprio tempo significa sprecare la vita”.
Un bel “mattone” di 607 pagine
Il caso Alaska Sanders è un bel “mattone” di 607 pagine. La narrazione scorre piuttosto agevolmente perché le indagini intricate e i colpi di scena tengono il lettore sull’attenti, seppur costringendolo, contemporaneamente, a grandi sforzi di memoria per ricordare i vari collegamenti fra presente e passato.
Il romanzo, infatti, contiene molte digressioni e salti temporali. La timeline della storia si modifica spesso e assistiamo perfino ad un mistero nel mistero: la comparsa di Harry Quebert, come un fantasma del passato che torna a fare capolino in questo nuovo libro.
Le vicende narrate non sempre risultano verosimili e le coincidenze appaiono talvolta un po’ forzate. Ma contribuiscono a rendere accattivante la trama che porterà alla luce una verità investigativa assai diversa da quella iniziale. Si scoprirà anche l’omicidio di un’altra ragazza, Eleanor, che risulterà legato al destino della povera Alaska. E come ogni giallo che si rispetti, il vero assassino sarà un personaggio che nessuno aveva mai sospettato.
”Un delitto perfetto non è l’omicidio commesso senza lasciare tracce, ma quello che lancia un osso da rosicchiare agli investigatori e li porta a sospettare della persona sbagliata”.
Ne Il caso Alaska Sanders, tradotto da Milena Zamora Ciccimarra, Dicker dissemina numerosi richiami, forse anche troppi, al romanzo La verità sul caso Harry Quebert, il suo libro di maggior successo (qui trovi la nostra recensione). Anche quel caso era stato risolto dall’accoppiata vincente Gahalowood-Goldman. È grazie all’onestà, all’integrità e all’innato senso di giustizia di questi due personaggi, che si riapre un caso che sembrava chiuso per sempre.
“Il problema di certi segreti è che finisci tu stesso per dimenticarli. Finché un bel giorno non risalgono in superficie, come fogne che traboccano”.
L’autore entra nel romanzo e dialoga con il lettore
Un altro aspetto interessante da analizzare è che si tratta di un esempio di metanarrazione.
La tecnica di scrittura utilizzata da Dicker, infatti, si basa sull’intervento diretto dell’autore all’interno del testo che compone, dando luogo così a una sorta di romanzo nel romanzo. L’autore fa osservazioni e valutazioni proprie e stabilisce una relazione con il lettore, sviluppando un dialogo con quest’ultimo.
Una tecnica interessante che compare, tra gli altri, nelle Finzioni di Jorge Louis Borges e, ancora prima, nel secondo libro del Don Chisciotte di Cervantes (leggi anche qui).
Nato a Ginevra nel 1985, figlio di un insegnante di francese e di una bibliotecaria, Joël Dicker si è laureato nel 2010 in Legge, ma la sua passione è sempre stata la scrittura. È riuscito nell’intento di pubblicare il suo primo romanzo, Gli ultimi giorni dei nostri padri, nel 2011. Da allora ha inanellato solo successi che in Italia sono attualmente pubblicati da La nave di Teseo.
Non credo che Il caso Alaska Sanders sia un’opera impeccabile. Ma di certo è una lettura affascinante, sia per la tecnica narrativa utilizzata, sia per la trama thriller che suscita la curiosità del lettore fino all’ultima pagina.
Non v’è dubbio che Joël Dicker sia uno scrittore di valore che ci regala sempre romanzi pregevoli.