In Baraka di Riccardo Bruni, siamo a Rocca Tirrenica, da qualche parte sul litorale a sud della Toscana. Area di mare bello, vacanzieri ricchi, concessioni balneari che costano poco e rendono molto. E perciò fanno gola a tutti.
Forse questo c’entra con il fatto che un paio di stabilimenti sono andati a fuoco, apparentemente per banali guasti agli impianti.
Dante Baldini, detective ed ex poliziotto, sta cercando di fare luce su questi incidenti che puzzano di marcio a chilometri di distanza, ma al tempo stesso si è messo nei guai con il gestore di una sala biliardo, con il quale ha parecchi debiti. Così, quando uno studio legale con cui ha già lavorato lo contatta proponendogli un nuovo lavoro, non se lo lascia sfuggire.
A prima vista, il nuovo lavoro ha tutte le stigmate della causa persa. Una donna dell’élite locale è stata ammazzata in una pineta, a pochi passi dalla catapecchia di un giovane ambulante di colore, con il quale sembra che fosse un po’ troppo in amicizia. I pochi riscontri disponibili danno per certa la sola presenza del ragazzo sulla scena del crimine e, una volta arrestato, la questione sembra bella che risolta.
Ribaltare un caso scontato
Ma gli avvocati dello studio stanno pensando a come rilanciare la loro immagine e niente riuscirebbe a farlo tanto bene quanto ribaltare completamente quello che a chiunque è sembrato un caso scontato. Tanto più che le circostanze garantiscono un notevole ritorno a livello di mass media. Tutto funzionerebbe per il meglio, purché ci siano davvero degli elementi per riaprire il caso. E Baldini serve proprio a questo.
Inutile dire che presto diventi evidente come le due vicende, quella degli stabilimenti incendiati e quella della donna uccisa, pur non sovrapponendosi, nel corso della trama continuino a sfiorarsi. Questo a riprova del fatto che dovunque ci siano interessi ci sono sicuramente anche moventi.
Baldini conduce le sue indagini con ogni mezzo, ma soprattutto sfruttando la superficialità altrui. Perfino chi normalmente non ha nessuna voglia di collaborare con la giustizia può renderle ottimi servizi attraverso le immagini che posta sui social network, che possono fornire prove come nemmeno le telecamere di sicurezza.
Per sfruttare le potenzialità di certi mezzi, però, occorrono molto tempo e molta pazienza, e non sempre Baldini abbonda di entrambe le qualità. Per questo, a un certo punto, finisce per accettare la collaborazione di Zelda. Lei è una ragazza un po’ squinternata che si presenta a Baldini per chiedergli chiarimenti sui risultati di una indagine in cui lui è stato incaricato di ritrovarla dopo che è scappata di casa per andare a vivere con un’altra donna. Nonostante tutto, Zelda non ce l’ha con lui. Ma non vuole tornare a casa e, pur di convincerlo a ospitarla per un po’, si improvvisa valida assistente.
Baraka
Baraka, pubblicato dalla Indomitus Publishing, non è uno di quei romanzi che un domani finiranno tra i classici della British Library, ma si legge con piacere dalla prima all’ultima pagina. Il ritmo di Riccardo Bruni (leggi anche qui su di lui) è sempre elevato, senza mai diventare frenetico, e la scrittura essenziale senza essere sciatta fanno perdonare il disinvolto uso di cliché, soprattutto nella caratterizzazione del detective.
Un po’ di spirito nei dialoghi alleggerisce talvolta il tono, ma senza strizzare troppo l’occhio al pubblico che pretende personaggi piacioni anche nelle più terrificanti storie di sangue. Il meccanismo dell’intreccio principale non è originalissimo ma funziona bene e permette alla conclusione di presentarsi con naturalezza, senza forzature.