“Il segreto di un buon Buddy movie è che in realtà non è altro che una storia d’amore sotto mentite spoglie.”
Blake Snyder, Save the cat
Da Happy Valley fino a Omicidio a Easttown, negli ultimi anni c’è stato un proliferare di serie con protagoniste donne poliziotto. La chiave narrativa usata di solito è quella drammatica – fortemente drammatica in alcuni casi – e il fatto che le protagoniste impegnino tutte loro stesse, molto più degli uomini, nelle indagini che svolgono, ce le rende oltremodo empatiche.
Deadloch – Uno strano genere di delitti, la serie di cui parlo oggi, appartiene al genere anche se con due importanti variazioni: non è un dramma (o meglio non è soltanto un dramma) e raddoppia le protagoniste, trasformando il classico giallo con una sola donna poliziotta al comando, in una clamorosa e divertente Buddy serie al femminile.
Deadloch, una Buddy serie
Il Buddy movie è un sottogenere di film in cui due persone, completamente diverse e antitetiche, quasi sempre dello stesso sesso, altrimenti parleremmo di una commedia sentimentale, si ritrovano insieme, costrette ad affrontare una qualche avventura, una ricerca o un viaggio.
I due protagonisti sono continuamente in contrasto anche se la chiave di questo contrasto è da commedia più che da dramma.
I Buddy movie vengono spesso ibridati con vari generi cinematografici: i più gettonati sono il road movie, il western, la commedia, il film d’azione e, soprattutto, il poliziesco: Arma letale, una delle vette più alte mai raggiunte da questo sottogenere, docet.
Deadloch – Uno strano genere di delitti – Deadloch in originale – sta su Amazon Prime. Proviene dall’Australia. È ambientata a Deadloch, una piccola città della Tasmania, al largo della costa australiana, che un tempo era una località di pesca, ma che è stata “invasa dalle lesbiche”, almeno secondo l’opinione ricorrente tra gli uomini del posto.
Questo, oltre a portare in città performance artistiche improbabili, cene gourmet e ogni sorta di bizzarra iniziativa culturale new-age che possa venire in mente alla Sindaca della piccola città, ha alzato il livello della guerra tra maschi e femmine. Nella serie, questa guerra si affianca a quella molto più antica tra gli abitanti indigeni della zona e le famiglie di coloni bianchi che, secoli prima, hanno colonizzato la Tasmania.
Deadloch inizia come la maggior parte dei polizieschi, con il ritrovamento di un cadavere.
Due adolescenti camminano, di prima mattina, lungo la spiaggia e si imbattono in un uomo nudo e morto, riverso sulla sabbia. Per lo shock, una delle ragazze lascia cadere la canna che stava fumando che finisce sul pene del cadavere. I peli pubici prendono fuoco: lei cerca di spegnerli alla meno peggio con la sua berretta di lana, mentre la sua amica, dopo un attimo di esitazione, vomita sul cadavere.
Stacco e sigla.
Siamo presi. Basta questa prima scena per capire che no, quella che ci accingiamo a guardare, non è la solita serie poliziesca a cui siamo abituati.
Le due poliziotte protagoniste
Ad indagare sull’omicidio di quello che poi si scoprirà essere l’allenatore della locale squadra di rugby e poi su tutti quelli che seguiranno, sono due poliziotte che sembrano provenire non solo da mondi diversi, ma proprio da due differenti serie televisive.
Se la prima delle due, il sergente maggiore Dulcie Collins (Kate Box) è congrua rispetto ai canoni del genere – potremmo prenderla e inserirla così com’è perfino in una serie particolarmente drammatica come Broadchurch – la sua partner Eddie Redcliffe (Madeleine Sami), inviata da Darwin per occuparsi dell’omicidio, sembra piuttosto provenire da Only Murders in the Building, tanto è buffa sopra e le righe.
Il setup è da antologia
Entrando di prepotenza in commissariato, vestita con una inguardabile camicia hawaiana aperta su un top bianco, un paio di assurdi bermuda e dei logori sandali ai piedi, la nuova arrivata dice: – Porca troia, lì fuori è più freddo del cuore del mio ex. Lasciando attoniti Dulce e tutti i poliziotti presenti.
Poi, preso possesso del caso e cancellata la lavagna su cui Dulcie aveva appuntato tutti i dettagli importanti dell’omicidio, chiede:
– La prime 24 ore delle indagini sono fondamentali. Allora, da quanto tempo è morto “cazzo vizzo”?
– È stato trovato 27 ore fa, capo.
– Ok, beh. Avete già mandato tutto a puttane.
A questo punto lo spettatore, condizionato da un sacco di personaggi analoghi visti in decine di serie, pensa: okay, è il solito poliziotto sopra le righe e “strano” che ha dei modi bruschi, un brutto carattere e un pessimo senso estetico – il modo in cui Eddie si veste è veramente da brivido – ma anche molto intelligente e perspicace. E qui casca l’asino perché la nostra Eddi, contrariamente a Dulce, è proprio quello che sembra in questa prima scena: una completa idiota.
La serie gioca in maniera intelligente con tutti i topoi che caratterizzano il genere: la poliziotta con un ghost che riguarda la morte di un collega, quella che si butta sul lavoro per evitare la vita privata (ha una moglie: un’avvocatessa locale), la novellina imbranata. Sfrutta le regole del giallo per poi poterle, improvvisamente, sovvertire ogni volta che lo spettatore è convinto di avere capito qualcosa.
Oltre ad essere una serie divertente, molto divertente, Deadloch – Uno strano genere di delitti ha anche una dimensione fortemente politica che gioca, sia con ironia che con feroce sarcasmo, su temi complessi come razza, genere, sessualità e, soprattutto, mascolinità tossica.
All’inizio della recensione ho citato Broadchurch. Kate McCartney e Kate McLennan, le due autrici, conoscono benissimo la serie inglese se è vero, come hanno dichiarato in un’intervista, che il titolo di lavorazione di Deadloch era Funny Broadchurch.
L’estetica cupa e tenebrosa è la stessa della serie inglese, cosa che rende Deadloch – Uno strano genere di delitti, almeno da un punto di vista visivo, un giallo con serial killer a tutti gli effetti. Le parti comiche diventano ancora più efficaci perché, tramite la contrapposizione, si crea una forte tensione tra ciò che si vede e la sensazione che si prova guardandolo.
Trovare un equilibrio tra oscurità e umorismo è difficilissimo, lo dico anche per esperienza personale, ma le due Kate, qui, ci riescono egregiamente.
Deadloch – Uno strano genere di delitti è una serie crime divertente e ben ritmata. Quello che avrebbe potuto essere l’ennesima Buddy serie, sia pure virata al femminile, è invece qualcosa di molto più complesso e, alla fine, malgrado gli infiniti rimandi e citazioni, decisamente originale.
La sua ansia di approfondire molti temi importanti la rende particolarmente interessante su più livelli. Fossi in voi, un’occhiata ce la darei.