Meno etichette vorremmo farci appiccicare addosso, tante più gli altri ce ne infliggono. Qualche tempo fa abbiamo incontrato le Donne eccellenti di Barbara Pym, quelle senza le quali la parrocchia e la comunità che le ruota intorno non potrebbero andare avanti. Stavolta Claire Messud ci porta a conoscere la realtà de La donna del piano di sopra, quella che tutti vorremmo avere come vicina o amica, purché si lasci chiudere fuori della porta quando ha esaurito la sua funzione.
Siamo nel 2004, nell’opulenta e composta quotidianità di Cambridge, Massachusetts, abituata a ruotare intorno alle attività della prestigiosa università di Harvard. Ma Cambridge non è fatta solo di Harvard, è fatta anche da tante insignificanti figure di contorno e, tra queste, la più insignificante di tutte sembra essere Nora Eldridge, una trentasettenne di bell’aspetto e poco carattere che ha messo da parte tutte le ambizioni. Ha messo da parte quelle professionali; in gioventù desiderava diventare un’artista. E quelle personali; tutte le sue relazioni si sono concluse con un nulla di fatto. Vivacchia facendo la maestra in una scuola elementare.
Chi è la donna del piano di sopra?
Nora, come molti personaggi narrativi complessi, ma soprattutto come molte persone reali, si presenta piena di contraddizioni. Coerentemente femminista a livello di ideali, non è però mai riuscita a tagliare il cordone ombelicale con la sua famiglia d’origine, Una discreta parte della sua vita sociale si concentra proprio nelle cure che riserva al vecchio padre vedovo e a una zia ancora più vecchia.
Più passa il tempo, più Nora si vede “perdente” nel confronto con la madre, da un lato tanto rimpianta per il forte legame che le univa, dall’altro tenuta come esempio negativo per aver rinunciato a ogni prospettiva onde dedicarsi alla famiglia. La madre, alla fine, non è diventata nessuno ma almeno era quella che comandava in casa. Lei non è diventata ugualmente nessuno e non ha nemmeno una “casa” con qualcuno su cui comandare.
Con le colleghe ha buoni rapporti formali ma quasi nessuna frequentazione. Ha sostenuto lealmente la sua migliore e forse unica amica, quando questa ha affrontato l’esperienza del coming out, ma con la compagna dell’amica si detestano a vicenda, cosa che non giova certamente all’amicizia.
Mentre comincia un nuovo anno scolastico che minaccia di seppellire Nora in un grigiore ancora più fitto di quello cui è abituata, succede un fatto nuovo. Alla sua classe viene assegnato un bambino straniero appena arrivato, Reza. Un bambino bellissimo e geniale per il quale Nora concepisce presto una smisurata passione. Proprio perché le sue qualità lo fanno spiccare in mezzo agli altri, Reza viene preso di mira da una banda di bulli e Nora, che interviene a soccorrerlo, in questa circostanza conosce i suoi genitori.
Due nuovi amici cosmopoliti
Skandar e Selene sono cosmopoliti almeno quanto Nora è provinciale, ossia parecchio. Lui, studioso di geopolitica in visita ad Harvard, è libanese; lei, artista, è italiana. Entrambi appaiono subito molto affascinanti sia per il bell’aspetto, sia per la forte personalità. E Nora si sente lusingatissima di ricevere la loro confidenza.
Il comune interesse per le arti porta Nora e Selene a fraternizzare in modo particolare. Quando Selene decide di prendere in affitto uno studio in un edificio di periferia, chiede a Nora se vuole associarsi a lei. A Nora sembra che sia la sua grande occasione, anche perché Selene, pur non essendo un’artista affermata, possiede un curriculum non disprezzabile e ha molti contatti tra galleristi, critici, mercanti, agenti e chiunque conti qualcosa in questo campo.
Fin da subito, mentre lavorano alle installazioni che diventeranno le loro opere, si vede che Nora pensa in piccolo e Selene pensa in grande. Talmente in grande che a un certo punto Nora si ritrova cooptata nella realizzazione di un’opera monumentale e finisce per trascurare le sue.
Al tempo stesso, Nora frequenta casa loro, cogliendo ogni occasione per andarli a trovare e riducendosi a fare la babysitter di Reza quando devono uscire. In questi casi, poiché le loro case non sono distanti, Skandar la riaccompagna a casa a piedi e i due conversano moltissimo su qualunque argomento, con immensa soddisfazione di Nora.
Com’è evidente, Selene è la donna che Nora vorrebbe essere, Skandar è l’uomo con cui Nora vorrebbe vivere e Reza è il figlio che Nora vorrebbe avere. Detta così, si potrebbe pensare che la trama svolterà verso una conclusione in stile Attrazione fatale, ma Nora è pur sempre una femminista e una vera femminista non nuocerebbe mai a un’altra donna prendendosi la sua vita. Quindi Nora si accontenta di far parte della loro quotidianità, arrivando a trascurare padre e zia pur di stare più tempo possibile con loro. E soffre quando capita – non raramente – che sembrino ignorarla o dimenticarla. Non si nasconde che il suo atteggiamento disponibile fino all’arrendevolezza li lascia liberi di sfruttarla, ma prova un piacere tutt’altro che segreto nel farsi sfruttare.
Anche se non ha la più lontana idea di quanto arriveranno a sfruttarla man mano che la situazione andrà avanti. Specie Selene.
Thriller sentimentale e romanzo di formazione
Con La donna del piano di sopra, Claire Messud scrive un romanzo dolce e amaro. Dolce per la sincerità dei sentimenti, compresi quelli negativi. E amaro perché nel determinare la successione degli eventi, i sentimenti sono ciò che conta di meno. Da un certo punto di vista è un thriller sentimentale, perché non possiamo mai prevedere come evolvano le relazioni. Anche se intuiamo costantemente che “qualcosa sta per succedere” e che questo qualcosa, una volta successo, spariglierà tutte le carte in tavola.
Da un altro punto di vista è un romanzo di formazione ambientato nella maturità, perché certamente la Nora dell’ultimo capitolo è una Nora molto cambiata rispetto a quella iniziale.
La donna del piano di sopra è tutto questo e forse anche altro. Ma è innanzitutto un buon romanzo da leggere con piacere, adatto alle lettrici che cerchino spunti per guardarsi dentro senza il comodo paracadute dei cliché e ai lettori che mettano in conto la possibilità di innamorarsi di una protagonista che non sia una caricatura. Sicuramente leggerlo soddisferà il gusto di entrambe le categorie.