Pubblicato da NN Editore, Costruisci la tua casa intorno al mio corpo, primo romanzo di Violet Kupersmith è in bilico fra thriller psicologico e romanzo d’avventura con tinte horror e fantasy. Il romanzo ci trasporta in un’ambientazione esoterica e visionaria con risvolti allo stesso tempo drammatici, divertenti e spaventosi. Ambientato a Saigon, l’attuale Ho Chi Minh City, ne scrive Paul Valenti che da molti anni vive in Vietnam.
Costruisci la tua casa intorno al mio corpo è uno strano titolo per un libro decisamente strano. Il primo romanzo di Violet Kupersmith, giovane autrice americana di origine vietnamita, non passa inosservato fin dal titolo.
La trama meravigliosamente inquietante è una preziosa finestra sulla mitologia e le tradizioni del Vietnam, un patrimonio intellettuale dove la realtà è ben amalgamata con il soprannaturale e dove la magia non è un mistero ma un evento quotidiano. I vietnamiti sono dediti al culto dei defunti e credono fermamente che ci sia una connessione tra uomini e soprannaturale, tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
“Questo libro è per chi sogna di trasformarsi nell’albero della gomma, per chi si immerge nell’acqua fino a sentire i propri contorni ammorbidirsi, per chi viaggia con gli occhi magici della mente, e per chi sa leggere i segreti scolpiti sui corpi, i ricordi più antichi dell’infanzia, i presagi più sorprendenti per il futuro”.
Winnie, americana con il padre vietnamita
Utilizzando la storia e la mitologia del paese indocinese come sfondo, la narrazione è incentrata su Winnie, ragazza americana con padre vietnamita (leggi anche qui), che decide di trasferirsi a Saigon (l’attuale Ho Chi Minh City) per insegnare inglese in una scuola, sperando di trovare un senso di identità nelle sue radici asiatiche e liberarsi dei demoni dell’insicurezza e della fragilità interiore.
Ma per lei la metropoli appare subito un frustrante labirinto in cui l’unica possibilità è smarrirsi. E invece di trovare quel senso di appartenenza che cercava Winnie si sente esclusa, non accettata sia dai locali perché troppo bianca per essere viet, sia dalla comunità degli stranieri, troppo asiatica per essere occidentale.
Viene quindi trascinata “in un vortice psichedelico fatto di strade malfamate, di sesso senza senso, banchetti di street food e birra tiepida, spiriti dai contorni sfumati e terribili, possessioni demoniache più o meno invocate e leggende oscure”.
Non fa amicizie, non simpatizza con gli altri insegnanti, beve troppo e non dorme, non fa nulla per farsi accettare da chi la circonda, anzi, fa di tutto per rendersi invisibile e passare inosservata.
“Un giorno trovò le forbici da pollo in un cassetto, si tagliò i capelli in un caschetto che le arrivava appena sotto le orecchie, e gettò la coda di cavallo recisa in fondo al cestino dei rifiuti. Un nuovo inizio. Winnie era contenta di quanto poco il taglio le si addicesse. Insieme ai vestiti a sacco che le nascondevano il corpo, quei capelli da monaco la rendevano asessuata e quindi invisibile”.
Finché a un certo punto, misteriosamente, Winnie non scompare per davvero e questo dà il via a tutta una serie di intrecci narrativi che si svolgono nelle diverse linee temporali che compongono la trama del romanzo.
Una sospensione tra il mondo dei vivi e quello dei morti
La storia che ci racconta Violet Kupersmith è caratterizzata da una specie di sospensione tra il mondo dei vivi e quello dei morti, tra la realtà e il sogno. In continua oscillazione tra passato e presente, la sequenza temporale è messa insieme con abilità e ingegno per creare la giusta suspense.
I destini dei personaggi si intrecciano nei giorni, nei mesi e negli anni prima e dopo la scomparsa di Winnie. Così, proseguendo nella lettura, seguiamo le oniriche avventure dei cacciatori di fantasmi e del Divinatore, le peripezie a tratti venate di romanticismo di Binh, di Long e di Tan, i raggiri di loschi spacciatori, le comparse di mostri e serpenti a due teste che appartengono a un passato occulto.
Il tutto in un reticolo di eventi legati da esili e spesso impercettibili fili che si dipanano tra i misteri del soprannaturale, del passato che rinasce nel presente, di mitologie sature di esoterismo, popolato dalle creature e dai demoni dell’Indocina.
“In Vietnam il passato e il presente, la magia, il mistero e la realtà si possono fondere in spirali infinite, possono trasformarsi continuamente, rinascere incessantemente, sempre più forti, sempre più ancorati a radici robuste e senza tempo, come quelle dell’albero della gomma. E qui Winnie si era illusa di poter riempire tutto lo spazio vuoto e che la sua nuova vita le avrebbe dato con qualcosa che valesse la pena conservare. Che lei stessa sarebbe diventata una persona che valeva la pena conservare”.
Finché Winnie scompare nel nulla
Come dicevamo, un giorno misteriosamente Winnie scompare nel nulla: una sparizione che vuole forse essere l’ultimo gesto possibile di autodeterminazione.
Ma in Vietnam niente e nessuno scompare davvero!
Non scompaiono ragazze come lei perché ricompariranno dal regno incorporeo delle ombre, come non scompaiono quegli occidentali alla deriva che deliberatamente decidono di smarrirsi in questo Paese, un po’ per potersi nascondere da se stessi, un po’ per fuggire da quel che era il loro mondo, dalle famiglie, dalle frustrazioni, dai fallimenti e dalle delusioni varie. Ma gli implacabili demoni interiori li faranno riemergere dal loro esilio.
“Le pale del ventilatore giravano a vuoto, proprio come la sua vita, mentre di sotto una donna si stava strizzando la coda di cavallo in un canale di scolo. «Gli expat non vengono mica qui per insegnare l’inglese», le dice a un certo punto il Dr. Sang: «vengono tutti in Asia per trovare se stessi». «Non sono venuta qui per trovare me stessa» si affretta a protestare la ragazza. «Allora cerca di evitare che qualcosa trovi te» la avverte il dottore, narcotrafficante a tempo perso, mentre le versa nel piatto una zuppa gelatinosa”.
La cultura arcaica vietnamita
Costruisci la tua casa intorno al mio corpo è un libro pieno di energia e di potenza del destino, dalla trama avvincente e surreale, a tratti inquietante.
Quell’Alice nel Paese delle Meraviglie al contrario che si dimostra essere Winnie ci trasporta in un viaggio senza tempo, che dà la possibilità al lettore di conoscere la cultura arcaica vietnamita così lontana dalla nostra e della quale, – io lo vedo quotidianamente – il Vietnam moderno è tuttora impregnato.
Onirico, potente, avvincente. In bilico fra thriller psicologico e romanzo d’avventura con tinte horror e fantasy, il romanzo ci trasporta in un’ambientazione esoterica e visionaria con risvolti nello stesso tempo drammatici, divertenti e spaventosi.
“I fichi strangolatori nei giardini delle pagode che intrecciano per due secoli il loro fusto intorno all’albero ospite, uccidendolo mentre ne assumono la forma. Un parassita, un sarcofago. Winnie si accorge di desiderare esattamente quello: che la nuova se stessa in cui spera di trasformarsi a Saigon rivesta completamente la vecchia, facendola appassire all’interno. Per cancellare qualsiasi traccia di ciò che è stata”.
Il finale svelerà uno scenario surreale, raccapricciante, dove l’inevitabile destino di Winnie si compirà per intero. Un’inquietante nebbia magica, che prende la vita a chi ce l’ha e dà vita a chi non ce l’ha più, manipola gli eventi in un viaggio extrasensoriale ricco di sfumature e possibilità di interpretazione, lasciando una certa nostalgia di fondo.
La forza di questo romanzo è soprattutto nella potenza di restare nella mente del lettore anche dopo averlo finito: lo segue ben oltre la sua ultima pagina.