100 anni di Calvino – La giornata d’uno scrittore

Il barone rampante. Calvino

Ricorre oggi, 15 ottobre, il centenario della nascita di Italo Calvino, un gigante della letteratura italiana e internazionale che tanti ricordano per i suoi capolavori più conosciuti, dal Sentiero dei nidi di ragno, a Il Barone rampante, a Se una notte d’inverno un viaggiatore. Pochi invece ricorderanno – o conosceranno – il Calvino della crisi politica ma soprattutto esistenziale.

La giornata d’uno scrutatore la racconta. È un romanzo breve estremamente intimo, nonostante narri un fatto pubblico, ma per capirlo a fondo è opportuno fare un passo indietro e ricostruire brevemente una parte fondamentale della biografia del nostro autore.

Calvino, intellettuale convintamente comunista, nel 1957 decise di dimettersi dal partito segnando in tal modo la fine del suo impegno politico. Un autore che fino a quel momento aveva fatto del realismo, soprattutto resistenziale, il fulcro della sua poetica, iniziò a veder vacillare ogni certezza e prese consapevolezza del fatto che si trovava davanti a una realtà ormai impossibile da raccontare. Fu così che, a partire dal 1963, nelle sue opere abbandonò il tema politico per sperimentare luoghi nuovi e nascosti della letteratura.

La giornata d'uno scrutatore

La giornata d’uno scrutatore

La giornata d’uno scrutatore, pubblicato proprio nel 1963, possiamo quindi valutarlo a tutti gli effetti come il libro-cesura delle due diverse anime calviniane. Considerata probabilmente l’opera più autobiografica, è il suo ultimo tentativo di scrittura di un romanzo realistico.

È il 7 giugno 1953 e siamo all’alba delle elezioni, passate alla storia come quelle della ‘legge truffa’, in base alla quale al partito che avesse ottenuto il 50% + 1 dei voti spettava un premio di maggioranza pari al 65% dei seggi della Camera dei deputati. A concorrere: Democrazia Cristiana, Partito Comunista Italiano e Partito Socialista Italiano.

La situazione è politicamente tesa, se si pensa al fatto che il fascismo è caduto da soli otto anni e la democrazia è ancora incipiente. Ad aggravare la tensione è il luogo in cui sono ambientati il romanzo e il voto: parliamo del Cottolengo di Torino, un istituto religioso che accoglie minorati fisici e mentali.

Si pone dunque un problema tecnico: questi menomati, per principio democratico, sono considerati a tutti gli effetti elettori ma non sono in grado di votare in autonomia. Così nelle cabine elettorali vengono spesso accompagnati dalle suore dell’istituto; e chi può garantire che queste ultime non mettano mano al voto? E se mettono mano al voto, non vi è dubbio su quale partito ricadrebbe la scelta.

L’esercizio di un voto consapevole

Il cavaliere inesistente. Italo Calvino

Il racconto si apre con una scena all’insegna della razionalità: c’è Amerigo Ormea che, in una mattina di pioggia, semplicemente si reca al Cottolengo e comincia il suo lavoro di scrutatore. Compie il classico rito democratico del conteggio delle schede.

Amerigo, lo scrutatore comunista, protagonista del romanzo e alter ego di Calvino stesso, è lì per impedire che chi non è in grado di intendere e di volere abbia accesso al voto. La battaglia è quindi quella di far rispettare la democrazia attraverso l’esercizio di un voto consapevole.

Da una parte quindi abbiamo la politica, la civiltà, l’organizzazione pragmatica. Dall’altra, tutto avviene all’interno di una realtà che il protagonista definisce “ai confini dell’umano”. Una realtà nella quale ci sono persone che per un puro accidente cromosomico, dunque qualcosa di totalmente irrazionale, hanno un’intelligenza diversa rispetto a ciò che consideriamo “normale”.

Qui “scoppia” la prima riflessione del protagonista: cos’è, davvero, la “normalità”?
Chi ha davvero il potere di definirla e stabilirla?
Chi ci dice che i “normali” non siano in realtà gli ospiti del Cottolengo?

A partire da questo romanzo, Calvino comincia a inserire nella sua narrativa un problema di relativismo, tradendo l’incapacità di attingere una realtà oggettiva e assoluta. Proprio lui che, fino a quel momento, aveva sempre raccontato valori forti quali la democrazia, l’antifascismo, la razionalità, l’impegno, la moralità.

Ma c’è qualcosa che sfugge…

Lezioni americane. Calvino

Ma c’è ancora un altro simbolo dell’irrazionalità che, per la prima volta, l’autore inserisce in una sua opera: l’amore. Una parola così semplice, al limite del banale, eppure carica di significato. Amerigo, il pragmatico Calvino di un tempo, guardandosi intorno si rende conto di quanto il lavoro delle suore con i menomati dell’istituto valga più di qualsiasi impegno ideologico. Lo stesso vale per un padre che, a un certo punto del romanzo, porta delle mandorle al figlio malato compiendo un gesto semplicissimo ma carico di sentimento. Ed è qui che Amerigo si arrende. È qui che, davanti al sentimento che per sua natura sfugge a ogni logica e controllo, il primo Calvino segna la sua resa definitiva.

Significative sono le parole che lo stesso autore scrisse nel testo di una presentazione del libro, nel marzo del 1963:

“[…] I temi che tocco con La giornata d’uno scrutatore, […] non avevo mai osato sfiorarli prima d’ora. Non dico ora d’aver fatto più che sfiorarli; ma già l’ammettere la loro esistenza, il sapere che si deve tenerne conto, cambia molte cose.
[…] Dirò soltanto che lo scrutatore arriva alla fine della sua giornata in qualche modo diverso da com’era al mattino; e anch’io, per riuscire a scrivere questo racconto, ho dovuto in qualche modo cambiare.”

Anche senza questa dichiarazione preventiva, per un lettore appassionato e attento di Italo Calvino è inevitabile, leggendo questo romanzo di poco più di cento pagine, abbandonare le tante certezze che l’hanno accompagnato fino a ora e cambiare un po’ insieme a lui.

Italo Calvino

Per celebrare i 100 anni dalla nascita di Italo Calvino, sono uscite 21 nuove edizioni nella collana degli Oscar Mondadori, che si aggiungono alle 13 già in catalogo.

Vi segnaliamo anche la nostra rubrica In Fabula per la quale Marianna Tini ha illustrato alcune delle Fiabe italiane di Calvino.

Chiara Rivière

Chiara Rivière

Sono laureata in Lettere Moderne e a breve conseguirò la Magistrale in Editoria e scrittura. Il mio mondo è fatto di carta e penna, cinema e tanti, tanti libri! Ho sempre amato i classici ma ultimamente sto apprezzando molto anche la letteratura contemporanea. Sono una ragazza romantica e sognatrice, ma non sono un’appassionata di romanzi rosa né di film d’amore. Il mio sogno è quello, un giorno, di lavorare con le parole. Sono convinta che, nel bene e nel male, siano davvero queste a poter cambiare il mondo.

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