Indiani, cowboy, le praterie sconfinate, la carica dei bisonti. Anche ora che conosciamo meglio come sono andate davvero le cose, che abbiamo letto tanto sulle violenze perpetrate soprattutto ai danni delle tribù native, dobbiamo ammettere che il mito del Far West resiste alla grande, che ci piace ancora e tanto leggere di quel periodo storico dei futuri Stati Uniti. Ecco una scelta di dieci libri (più cinque) per farsi una piccola cultura sul selvaggio West e sui suoi protagonisti principali.
SFIDA INFERNALE
W.R. Burnett,
1932
Dall’autore del Piccolo Cesare e Giungla d’asfalto, una scatenata rivisitazione della celeberrima sfida dell’O.K. Corral, che è diventata anche un famoso film di John Ford con Henry Fonda grande protagonista.
Il confronto leggendario tra i “buoni”, rappresentati dallo sceriffo Wyatt Earp con l’aiuto del tragico e autodistruttivo Doc Holliday, e i “cattivi”, i Clanton, rappresentanti di una classe terriera spietata, ha scritto la storia del West, qui ritratto nella sua essenza primitiva. In un contesto dominato da una natura esagerata e ignara delle vicende umane, dove la violenza è ancora l’unica legge riconosciuta.
ALBA FATALE
Walter Van Tilburg Clark, 1940
La mitologia western vista come la sfida universale tra il bene e il male, forse il primo libro – citato da Stephen King in una sua novella come esempio di scrittura da imitare – a interessare la critica più seria ed a togliere ai libri sul Far West l’etichetta di genere minore.
Incentrato sul linciaggio di tre uomini accusati ingiustamente di un furto di bestiame e di un omicidio, e sulla tragedia che si scatena quando la legge e l’ordine sociale vengono calpestati, è un ritratto crudo e senza omissioni della vita di frontiera e della violenza che ne fa da cornice. Nel 1943 ne fu tratto con grande successo un film, con Henry Fonda attore protagonista.
IL GRANDE CIELO
A.B. Guthrie, 1947
Applaudito da Hemingway, Guthrie – vincitore del premio Pulitzer – è stato il cantore del west tradizionale, e questo (il primo di una saga in sei volumi) è probabilmente il suo libro più famoso, celebre anche per la riduzione cinematografica, con Howard Hawks alla regia e Kirk Douglas interprete principale.
Attraverso le vicende di Boon Caudill, in fuga dal Kentucky, tutto quello che ci aspettiamo dal vecchio West – pianure sconfinate, mandrie di bisonti, fucili, sparatorie, indiani – in pagine scritte con grande qualità, che per certi temi sembrò anticipare On the road di Kerouac e che nel tempo è diventato un manifesto della libertà che ogni uomo americano non può e non vuole tradire.
BUTCHER’S CROSSING
John Williams, 1960
Ripescato dal dimenticatoio grazie al clamoroso successo di Stoner, questa opera di John Williams merita di essere letta.
È la storia di un ventenne alla ricerca del mito del Far West, che lui ritrova nella caccia al bisonte, esperienza fondante della cultura americana. Un potente romanzo di formazione, una riflessione sul rapporto tra l’uomo e la natura, sulla ricerca della violenza sullo sfondo della fine di un’epoca clamorosa. «Duro e implacabile, eppure sobrio nei toni – scrisse il “The New York Times Book Review” – Butcher’s Crossing ha aperto la strada a Cormac McCarthy. È stato il primo e miglior romanzo revisionista sul West».
IL PICCOLO GRANDE UOMO
Thomas Berger, 1964
L’indimenticabile interpretazione di Dustin Hoffman – che segnò la rinascita del cinema western – rivive nell’odissea di Jack Crabb, americano cresciuto e allevato in una comunità di indiani Cheyenne, e poi tornato in età adulta tra i bianchi per arruolarsi come soldato agli ordini del generale Custer. Una clamorosa doppia vita, a contatto diretto con i miti fondanti della storia del West, dall’incontro con Wyatt Earp, Calamity Jane, Wild Bill Hickok, al massacro di Little Big Horn. Saranno poi tutte vere le storie e gli incredibili incontri che un vecchissimo Crabb racconta a un giornalista? Ma d’altra parte, il West non si basa proprio sulla difficoltà di distinguere la realtà dalla leggenda?
MERIDIANO DI SANGUE
Cormac McCarthy,
1985
Uno dei caposaldi della moderna letteratura western, il contributo del grande scrittore del Rhode Island, bravo come pochi a rappresentare il mito americano con la sua violenza, i suoi orizzonti infiniti. Una banda di spietati cacciatori di taglie in azione al confine tra Stati Uniti e Messico, un ragazzo quattordicenne costretto a crescere troppo in fretta e un personaggio, “il giudice Holden”, ferocemente indimenticabile. Su tutto, domina il mistero insondabile del male.
Di McCarthy da recuperare anche la “Trilogia della frontiera”, composta da Cavalli selvaggi, Oltre il confine e Città della pianura.
LONESOME DOVE
Larry McMurtry, 1985
Non fatevi spaventare dalla sua mole – sono più di novecento pagine – questo è un libro semplicemente bellissimo e poetico, che diverte e commuove, mentre celebra al meglio il tramonto di una certa idea di Far West. Dal Texas ai confini del Canada, nel lungo viaggio di una mandria organizzato da due anziani ranger, uno inflessibile e autoritario, l’altro filosofo e logorroico, il fascino delle grandi pianure e della vita da cow boy, mentre un’epoca finisce e si susseguono incontri e scontri con fuorilegge, poveri coloni e gli ultimi indiani bellicosi. Con questo libro – nato come sceneggiatura di un film di Peter Bogdanovich mai realizzato – McMurtry vinse nel 1986 il premio Pulitzer.
REVENANT
Michael Punke, 2002
Molti si ricorderanno il film del 2015, con la scena cult di Leonardo Di Caprio che per sconfiggere il freddo trova riparo dormendo all’interno della carcassa del suo cavallo appena morto, ma il libro – il ritratto delle imprese di Hugh Glass, esploratore e cacciatore di pellicce, eroe della mitologia della frontiera – regge benissimo il confronto. Una storia di vendetta e di scontri con gli indiani Sioux, un viaggio straordinario nei territori selvaggi tra Dakota, Montana, Wyoming e Nebraska. Dello stesso autore è uscito pochi mesi fa Il crinale, dedicato a un capitolo, la battaglia di Fetterman, della guerra tra l’esercito americano e le tribù native.
IL FIGLIO
Philippe Meyer,
2013
Dalle praterie affollate da bisonti ai grandi ranch con i loro pozzi di petrolio a portare la “modernità” nel vecchio West. Duecento anni di vita nel Texas vissuti attraverso le vicende della famiglia McCullogh e dei suoi tre personaggi principali (leggi qui la nostra recensione). Questi sono Eli, “il colonnello”, né indiano né bianco; Peter, colto e riflessivo, costretto a fare i conti con il passato violento del padre; e infine Jeannie, nipote di Peter, splendida figura di donna sola e fortissima. La violenza, il sangue fatto scorrere da ogni conquista, massacri e persecuzioni: le origini di un mito immortale, in una storia a tinte molto forti che è diventata anche una serie Tv con Pierce Brosnan.
PARADISE SKY
Joe R. Lansdale, 2015
Una volta, durante la presentazione di un suo libro, gli chiedemmo quali storie lo divertiva maggiormente scrivere. «Quelle del West, naturalmente», fu la sua risposta, senza pensarci troppo.
Qui l’ottimo scrittore texano rivisita a modo suo la vita e le imprese di Nat Love, singolare figura – realmente esistita – di ex schiavo e cow boy afroamericano, che sfida a colpi di pistola il Sud bianco e razzista, regalandoci un libro scatenato, brillante e violento, come Lansdale ci ha abituati ormai a leggere. Tra le altre sue incursioni nel genere, segnaliamo La foresta, un altro piccolo capolavoro.
PER SAPERNE DI Più
Cinque consigli per orizzontarsi nel mondo del Far West.
Cominciamo da Il cowboy (H.J. Stammel, 1972), un vero e proprio dizionario sulla storia dei pionieri americani, tra leggenda e realtà.
Uomini disperati, di James Horan (1949) è un piccolo classico che ripercorre la vita e le imprese banditesche dei più famosi fuorilegge del West e dei tutori della legge che si impegnarono nella loro caccia, da Jessie James a Doc Hallyday, dai fratelli Earp a Butch Cassidy.
Molto particolare è Un fischio nella prateria (Dee Brown, 1977), che illustra l’epopea del treno, che unendo le coste di Atlantico a Pacifico cambiò completante la storia del Far West.
I cacciatori di bisonti (Martin S. Garretson, 1938) racconta il folle massacro dell’animale simbolo del West, arrivato in America attraverso l’Asia: all’inizio dell’Ottocento vivevano circa 70 milioni di bisonti, un secolo dopo si erano ridotti a poco più di trecento…
E infine l’imperdibile Verso Ovest (2018) dove Bruno Cartosio, facendo luce tra realtà e leggenda, ci spiega come l’America ha costruito il “mito” del Far West, per giustificare (anche) il massacro dei nativi e la violenza della conquista.
Segnalo un errore nella presentazione di Massimo Grilli. Il nome di Simenon è “Georges”.
Si tratta certamente di un “misprint”, mi scuso per il commento pedante.
Grazie. Assunto come correttore di bozze 🙂
Nel film revenant, Hugh Glassa si ripara nella carcassa del cavallo e non del grizzly
Salve. Citerei anche il libro di Thorp&Bunker “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo” e, a cura di Lou Cameron…. “Alla conquista del west”….. per i nostalgici del grande sceneggiato americano!
Buongiorno, ottima classifica dei romanzi western.
Segnalo che in Revenant Di Caprio non dormì dentro l’orso appena ucciso, ma dentro il suo cavallo, morto in seguito ad una caduta da una falesia mentre scappava dagli indiani.
Saluti.
Corretto coprire un piccolo spazio per un tipo di letteratura che ne fa parte di diritto. Invito però il meritevole autore ad interessarsi di uno scrittore spagnolo, José Mallorqui che ha scritto decine di novelle Western, in particolare la stupenda collezione di 96 romanzi de:”El Coyote”. Saluti
D’accordo Vincenzo e Salvatore, lo abbiamo spostato dal grizzly al cavallo 😉