La sponsorizzazione, sia pure espressa in modo del tutto informale, da parte di Enrico Pandiani, già rappresentava un promettente viatico per questo romanzo, sul quale pendevano non poche aspettative, vista la qualità dei precedenti libri di Norek. E, decisamente, Superficie è un romanzo che mantiene le promesse. Il classico libro che si legge tutto d’un fiato, anche grazie a una scansione in capitoli brevi ma non brevissimi che si succedono come le scene di un film, senza però voler scimmiottare il linguaggio cinematografico, del quale prende solo il ritmo.
Si parte da Parigi
Comincia a Parigi, con quella che sembra una normale (sebbene un po’ rischiosa) operazione di polizia. L’irruzione nella casa di un pusher. Irruzione che riesce, tranne il dettaglio che il delinquente ha il tempo di sparare un colpo in faccia alla capitana Noémie Chastain che è al comando della squadra.
Noémie sopravvive, ma resta vistosamente sfigurata. Sebbene scalpiti per tornare in servizio già al termine della convalescenza, i superiori non sono convinti che si sia completamente ripresa e l’esito interlocutorio di un test di idoneità offre loro la scusa per allontanarla dalla capitale.
E si arriva in Occitania, nell’Aveyron
In Occitania, più precisamente nell’Aveyron, c’è un commissariato che ha bisogno di un ufficiale esperto. Noémie non è entusiasta di andarci, ma capisce che nella sua squadra è già partita la lotta per la successione, mentre al comando hanno fretta di disfarsi di lei. E quindi accetta.
La sua destinazione ha un nome dagli echi fiabeschi, Avalone, e una storia molto particolare. Il paese originario è oggi sommerso da un lago artificiale e l’attuale insediamento umano, poco distante e abitato soprattutto da agricoltori e allevatori, è la sua copia realizzata a cura della multinazionale dell’energia che costruì la diga. Il trasferimento è avvenuto 25 anni fa ed è stato un grosso affare per tutti i soggetti coinvolti.
Tutto lascia pensare che Noémie passerà una forzata vacanza a occuparsi di furti di galline, anche se è evidente da subito che gli abitanti non sono tutti dei simpaticoni. Anzi, a dire il vero, già al primo incontro il sindaco si presenta come uno di quei tipi che non si digeriscono neanche con l’Alka Seltzer. Anche il vicino di casa di Noémie è un personaggio che è eufemistico definire strano.
Dalla superficie del lago emerge un fusto contenente dei resti
Non passa molto tempo prima che si presenti la magagna, ed è una magagna grossa, nonché inaspettata. Dalla superficie del lago che sommerge il vecchio paese, emerge un fusto contenente i resti di un bambino. Una rapida indagine permette a Noémie di appurare che di bambini in paese ne sono scomparsi tre, tutti insieme e tutti a ridosso del trasferimento al nuovo insediamento. La loro scomparsa ha dato inizio a una serie di tragedie familiari che hanno lasciato pesanti tracce su tutti.
La decisione di far controllare il lago dai sommozzatori conduce a ulteriori scoperte, ma soprattutto permette a Noémie di conoscere lo spericolato Hugo, un tostissimo uomo-rana con il quale, dopo alcune schermaglie iniziali, si lascia andare per la prima volta dopo la disgrazia che l’ha colpita.
In ogni caso, le scoperte di Hugo nel paese sommerso daranno l’avvio ad altre ricerche che porteranno allo svelamento di verità atroci sul passato della comunità locale, relative a storie nelle quali sono coinvolti anche i personaggi meno sospettabili.
I terribili segreti della provincia francese nella letteratura gialla
Sui terribili segreti nascosti nell’isolamento della provincia francese, esiste tanta di quella letteratura che si fa fatica a enumerarla tutta. Il grande Simenon ci mise mano spesso e volentieri, così come altri nomi di rilievo del “giallo” transalpino, come Alain Demouzon o il fortissimo “principe nero” solo in parte riscoperto di recente, André Héléna.
O alcuni tra i numerosi titoli firmati dalla coppia Pierre Boileau-Thomas Narcejac. Per non parlare de Il delitto dei giusti di André Chamson, de La testa vuota di Raymond Guérin e del notevole contributo di autori di ispirazione cristiana ma lontanissimi dal cliché dei baciapile, come Georges Bernanos o François Mauriac.
E che dire poi della vicenda (reale) raccontata da Francette Vigneron in Le calligrafie del corvo? O dei tre (che nelle traduzioni italiane disponibili diventano quattro) volumi di memorie redatti da André Gide sulla sua esperienza di giudice popolare alla corte d’assise di Rouen?
Olivier Norek
L’elenco potrebbe continuare davvero all’infinito. Olivier Norek – con alle spalle 18 anni di vita da poliziotto che gli hanno fatto toccare con mano la parte peggiore di uomini e donne – non fa che inserirsi in una consolidata tradizione. E con Superficie lo fa benissimo, aggiornando il microcosmo provinciale al nuovo secolo, alla sua tecnologia pervasiva e alle moderne modalità di indagine.
Tutto è cambiato, tranne lo spirito criminale: nella sonnacchiosa Avalone sembra che non siano mai passati settant’anni da quando un vecchio contadino, Gaston Dominici, sterminò una famiglia di turisti inglesi per un movente mai chiarito, o si prese la colpa per un delitto commesso da un altro (accadde a Lurs, Basses-Alpes, nell’estate del 1952). Fortunatamente, almeno nei romanzi, si finisce quasi sempre per scoprire chi è stato e perché l’ha fatto.