“I film sono troppo difficili da fare per darti il diritto di odiarli. L’odio dovremmo riservarlo al fascismo e ai broccoli lessi ormai freddi”.
Tom Hanks lo conosciamo tutti. Due volte premio Oscar (Philadelphia e Forrest Gump), a partire da Una Sirena a Manhattan del 1984, lo abbiamo visto al cinema in innumerevoli film, camaleontico e carismatico come pochi.
Nascita di un capolavoro del cinema non è il suo esordio letterario in senso stretto, perché nel 2019 aveva già pubblicato Tipi non comuni, un libro di racconti aventi come filo conduttore la presenza delle macchine da scrivere, di cui è un appassionato conoscitore e collezionista.
Ma stavolta Tom Hanks ci regala un romanzo, un’immersione nel mondo del cinema dal punto di vista degli addetti ai lavori, in un excursus temporale che va dal 1947 ai giorni nostri. Lo fa seguendo la genesi di un film dal soggetto – ispirato a un fumetto – fino al cosiddetto Director’s cut del regista.
Nascita di un capolavoro del cinema
Il romanzo parte a Lone Butte, un paesino sperduto della California, nel 1947, quando nella vita di Robby, 5enne appassionato di disegno, arriva lo zio Bob, reduce della Seconda Guerra Mondiale. Lo zio è una meteora, sparisce quasi subito lasciando il bimbo davanti a una Coca Cola e dei fumetti. Invece noi lo seguiamo nel suo tentativo di venire a patti con i suoi demoni e di rifarsi una vita.
Poi Tom Hanks ci fa fare un salto negli anni ’70, a Oakland, sempre in California, dove il trentenne Robby è un fumettista affermato per una casa editrice underground e i suoi colleghi, figli dei fiori, combattono ideologicamente contro la guerra del Vietnam, che continua a sfornare altri reduci devastati. Robby riceve una lettera dallo zio che, SPOILER, è riuscito a rifarsi una vita. Per omaggiare il riscatto dello zio, Robby disegna il fumetto La leggenda dell’incendiario, ispirato alla figura bellica del lanciafiamme che zio Bob aveva dovuto ricoprire.
Tra l’altro, il fumetto che vediamo nel libro è stato ideato proprio da Tom Hanks.
Ulteriore salto temporale, siamo nel 2020. Il lockdown è appena terminato e al regista Bill Johnson, appassionato di golf e di vecchie macchine da scrivere (!) con le quali redige le sue sceneggiature, viene offerta la regia del quinto capitolo di una saga di supereroi: La guerriera insonne.
Da questo momento in poi il libro ha proprio una virata narrativa. Diventa la storia di un film sul genere MARVEL©, tratto dal fumetto di Robby, recuperato da uno scatolone nella soffitta del regista che è appassionato di mercatini dell’usato.
Risolvere i problemi
Dal terzo capitolo in poi il libro è proprio suddiviso nelle fasi di lavorazione di un film:
- l’inferno dello sviluppo
- preparazione
- casting
- riprese
- post produzione
Per me che lavoro nel cinema, come potrete immaginare, leggere questo libro è stato divertentissimo perché ho ritrovato ESATTAMENTE tutte le dinamiche professionali con le quali mi trovo a interagire su ogni film a cui collaboro. Per di più, le due protagoniste principali sono la produttrice esecutiva Al Mac-Teer, che per rilassarsi lavora a maglia, e la sua assistente Ynez, tassista promossa a questo ruolo perché “risolve più problemi di quelli che crea”. E io, che lavoro nel reparto di produzione, tocco proprio con mano il fatto che girare un film vuol dire risolvere imprevisti, perché solo ogni tanto qualcosa fila liscio.
“Ma io e te lavoriamo in produzione. Risolviamo i problemi prima ancora che qualcuno si accorga che esistono”.
Gli imprevisti di cui ci racconta Tom Hanks, a suo dire tutti personalmente sperimentati, vanno dai capricci narcisistici del coprotagonista che pretende di andare in una battaglia del 1944 con gli short e gli occhiali da sole perché gli donano, agli stalker che impediscono all’attrice principale di passeggiare con tranquillità vicino alla sua casa. Fino alla dieta vegano-crudista della parrucchiera e al ritardo nel piano di lavorazione, dovuto a problemi meteo, che costringe a girare con una “seconda unità”. Cioè una troupe che gira scene contemporaneamente alla unità principale per evitare quella che è la vera, assoluta catastrofe di un set: l’interruzione delle riprese.
Per chi lavora nel settore, leggere Nascita di un capolavoro del cinema, così ricco di aneddoti, vuol dire ritrovare delle situazioni che, pur raccontate dal punto di vista di un kolossal americano, quindi con meno problemi di budget rispetto ai film nostrani, fanno pensare sorridendo che “tutto il mondo è paese”.
Le interconnessioni tra i vari reparti che compongono la troupe
Per quelli che invece non conoscono le dinamiche che stanno dietro al loro passatempo serale davanti alla TV, e soprattutto non hanno veramente nozione di quanta gente lavori per permettere al regista e agli attori di girare, il romanzo di Tom Hanks dà una descrizione accuratissima delle interconnessioni che ci sono tra i vari reparti che compongono la troupe, rendendo lampante che “tutti devono fare bene il loro lavoro […], lavorare sodo e mantenere la parola data. Ognuno ha il compito più importante del film.”
Non a caso Tom Hanks dedica il suo libro “a tutti gli attori del cast e ogni membro della troupe”.
Una delle cose interessanti di Nascita di un capolavoro del cinema è che, attraverso i tre piani narrativi, Tom Hanks ci porta attraverso l’evoluzione del costume e dei modi di pensare della società americana. Parlando di fumetti e di capisaldi della cucina, come non pensare a Nonna Papera e alla sua torta di mele, tra i dolci più anglosassoni che esistano?
In uno dei miei primissimi articoli, scritto ormai più di 10 anni fa (!!!!!) vi avevo scritto una ricetta “classica” di torta di mele.
Ecco però, per restare nel tema della velocità e ottimizzazione dei tempi/costi di un set cinematografico, oggi vi racconto la sua versione fast, a prova anche di negati in cucina: la torta di mele in tazza, da cuocere al microonde.
Già vedo la vostra faccia ma, fidatevi, è MOLTO meglio di quello che potreste pensare e, soprattutto, vi fa levare la voglia di dolce in pochi minuti. Certo, dovete avere un microonde stanziato nella vostra cucina.
Torta di mele in tazza (mug)
- 1 uovo sbattuto
- 3 cucchiai di farina
- 3 cucchiai di zucchero
- 3 cucchiai di burro fuso o olio di semi
- ½ mela tagliata a cubetti
- 2 cucchiai di yogurt bianco
- 1 cucchiaino di lievito Bertolini o simili
- 2 pizzichini di sale
- cannella a piacere
Le dosi sono per due tazze. Servono quelle alte da caffè americano, non quelle tonde basse da regina 😊
Dividete l’uovo sbattuto nelle due tazze e aggiungete in ciascuna un cucchiaio e mezzo di zucchero, uno di yogurt e uno e mezzo del grasso che avete deciso di usare. Poi sbattete con una forchetta. Dopodiché unite un cucchiaio e mezzo di farina e mescolate bene per evitare grumi. Quindi incorporate mezzo cucchiaino di lievito in ogni tazza. Una volta che il composto è ben amalgamato, aggiungete a ogni tazza metà della mela cubettata, mescolandola bene. E cannella come se non ci fosse un domani!
Fate cuocere circa 3 minuti a 800W, comunque controllate la cottura con il test dello stuzzicadenti.
Certo, se poi in freezer c’è per caso del gelato alla crema……