Dark and Shallow Lies, romanzo Young Adult di esordio di Ginny Myers Sain, è un thriller venato di fantasy, fortemente caratterizzato dall’ambientazione nel Bayou, in Louisiana, la zona del delta del Mississippi, costituita da fitte foreste con tratti paludosi sparsi tra i bracci del fiume, infestati da serpenti e alligatori. La particolarità dell’isolotto in cui è ambientato è che tutti gli abitanti hanno facoltà paranormali, tranne la protagonista.
Grey è nata a La Cachette, in Louisiana, un piccolo isolotto sulle sponde del Mississippi, nelle vicinanze di New Orleans ma lei, da quando è rimasta orfana di madre, vive in Arkansas con il padre e torna a far visita alla nonna solo d’estate.
La particolarità di quel piccolo borgo è di essere popolato da sensitivi. Lì tutti gli abitanti hanno una qualche facoltà paranormale. Tutti tranne Grey. Ma questa sua “mancanza” non la fa sentire da meno nel gruppo di amici del cuore, i “Figli dell’estate”, così chiamati perché sono un gruppo di dieci ragazzi, tutti nati a La Cachette tra marzo e ottobre dello stesso anno, uniti da un vincolo più forte di quello di sangue.
Quest’estate però, quella dei loro 18 anni, è diversa dalle altre. La migliore amica di Grey, Elora, è scomparsa da sei mesi e Grey è decisa a far luce sul mistero, anche perché non riesce a capacitarsi di come, in un posto che ha come maggiore fonte di guadagno il turismo legato alle facoltà paranormali degli abitanti, nessuno riesca a capire che fine abbia fatto la sua “fiamma gemella”.
Anima specchio e anima gemella
A questo punto è necessaria una piccola digressione esoterica sulla differenza tra “fiamma gemella” e “anima gemella”. Eh lo so, sorprendo voi come mi sono sorpresa io nello scoprire che non sono sinonimi. Secondo autorevoli (vabbè) fonti, la fiamma gemella rappresenta un’intensa connessione dell’anima con qualcuno ritenuto l’altra metà di una persona, a volte chiamata anche “anima specchio”. È un concetto che si ritrova nel Simposio di Platone (!!!) dove si parla di anime divise, di due metà di una mela. Trovare l’altra metà significa influenzare ed essere influenzati, sentirsi finalmente completi.
La fiamma gemella è contemporaneamente uguale e opposta, appunto come in uno specchio. Mentre l’anima gemella non è il tuo specchio, è piuttosto chi è molto compatibile con te, che dà conforto, non confronto. Ed è più facile (anche se non necessario) che l’anima gemella coincida con una situazione sentimentale.
Un’unica via per arrivarci ma nessuna per andar via
Ma torniamo alla nostra storia. Grey si immerge nella ricerca della verità, in parte guidata da flash di visioni – che sono l’incipit di ogni capitolo di Dark and Shallow Lies – sugli ultimi momenti di Elora. A mano a mano che va avanti con l’indagine, la ragazza si rende conto che tanti tasselli mancanti, compreso il mistero mai risolto dell’annegamento di due amichette nell’estate di una decina di anni prima, sono dovuti al fatto che tutti nascondono qualcosa, da sua nonna Honey al suo amico del cuore Hart, al fidanzato di Elora, Case. Lo fanno per non rompere l’equilibrio della piccola comunità, coesa ma anche soffocante. Per questo, l’anno prima, Elora e Grey avevano litigato: Elora si sentiva soffocare dalla mancanza di prospettive in quel posto che, come dice Hart parafrasando gli EAGLE, ha un’unica via per arrivarci, ma da dove non c’è modo di andar via.
Dark and Shallow Lies l’ho divorato in due giorni!
Dark and Shallow Lies è il romanzo Young Adult di esordio di Ginny Myers Sain, un thriller venato di fantasy, fortemente caratterizzato dall’ambientazione nel BAYOU, l’ecosistema tipico del delta del Mississippi, costituito da tratti paludosi sparsi tra i bracci del fiume, infestati da serpenti e alligatori, tanto che uno di loro, Willie Nelson, è praticamente un membro del gruppo dei ragazzi.
Ho trovato Dark and Shallow Lies incredibilmente avvincente e anche a tratti piuttosto inquietante. L’ho praticamente divorato in due giorni, immersa totalmente nelle atmosfere della Louisiana, della cultura Cajun che è fortemente caratterizzata, appunto, da simbolismi e riti magici.
La scrittura di Ginny Myers Sain è davvero coinvolgente, sia nelle descrizioni dell’ambiente, sia nel tenere viva la suspence del thriller. Il fatto che sia scritto in prima persona ti porta a essere sempre d’accordo con Grey nel sospettare uno o l’altro e rimani a bocca aperta quando poi la trama ti porta a capire che eri completamente fuori strada, perché i “Figli dell’estate” sono davvero strettamente collegati l’uno con l’altro.
Non sono per nulla preparata alla sensazione che provo quando lo bacio. Quando le nostre labbra si sfiorano è […] un susseguirsi continuo di leggere scariche elettriche che rende difficile respirare.
Anche i personaggi sono molto ben delineati e realistici. L’autrice tratteggia le caratteristiche di Grey e dei suoi amici in maniera precisa, sia nei loro tratti caratteriali che nelle inquietudini ed emozioni tipiche della loro età, tanto da far riprovare quelle sensazioni anche a chi adolescente non lo è più da un pezzo.
Ci riesce anche grazie alla parte magica della storia. I ragazzi non sono ancora pienamente in grado di gestire i loro poteri paranormali e le visioni di Grey, invece di aiutarla la confondono. Ci vorrà la fine della storia perché lei, e noi al seguito, possiamo scoprire cosa è in grado di fare e come utilizzare al meglio tale potere. E questa l’ho trovata una bella metafora della evoluzione della crescita emotiva degli adolescenti e del passaggio all’età adulta. Come nelle migliori tradizioni letterarie, questo passaggio è ambientato d’estate, stagione simbolo della libertà e delle emozioni, in fondo non solo giovanili.
La prima sera che Grey passa a casa della nonna viene accolta da una cena tipica della Louisiana, il cui piatto forte è la jambalaya, il piatto più celebre di New Orleans e in generale della Louisiana: praticamente è la risposta creola alla paella, dove al posto dello zafferano troviamo la miscela di spezie cajun.
Come ci racconta DISSAPORE© il nome “jambalaya” ha un’origine incerta, deriva forse dal provenzale “guazzabuglio”, oppure dalla lingua pellerossa in cui la parola “Sham, pal ha! Ya!” significa buon appetito.
Jambalaya
- Petto di pollo 300 g
- Chorizo (o salame piccante) 200 gr
- Cipolla 1
- Peperone rosso 1
- Peperone verde 1
- Sedano 1 Costa
- Riso Basmati 300 g
- Brodo di pollo 500 ml
- Pomodori passata 200 ml
- Pomodoro concentrato 1 Cucchiaio
- Aglio 1 Spicchio
- Spezie cajun 1 Cucchiaio
- Olio di semi 6 Cucchiai
- Gamberi 12
Tagliate a pezzi il petto di pollo. Tagliate a dadini il chorizo. Tritate insieme aglio e cipolla precedentemente sbucciati. Lavate e asciugate i peperoni, puliteli dai filamenti e tagliateli a dadini. Fate lo stesso con il sedano.
Scaldate l’olio in una padella antiaderente e rosolate insieme pollo e chorizo, poi scolateli dalla padella e metteteli in un piatto. Nella stessa padella mettete le verdure e fate rosolare mescolando spesso, fino a che non sono morbide. A questo punto aggiungete salsa e concentrato di pomodoro, il brodo di pollo e le spezie cajun.
Rimettete nella padella la carne cotta e fate insaporire, poi aggiungete il riso e cuocete 15 minuti SENZA mescolare, o il riso si spappolerà. Negli ultimi 5 minuti aggiungete sulla superficie i gamberi sgusciati in modo che cuociano con il vapore.